giovedì 13 gennaio 2011

SONETTO XXXVI. (XLVI.)

      Lasso me, che ad un tempo e taccio e grido,
E temo e spero, e mi rallegro e doglio:
Me stesso ad un Signor dono e ritoglio:
De' miei danni egualmente piango e rido.

      Volo senz'ale e la mia scorta guido:
Non ho venti contrari, e rompo in scoglio,
Nemico d'umiltà non amo orgoglio:
Né d'altrui né di me molto mi fido.

      Cerco fermar il Sole, arder la neve:
E bramo libertate, e corro al giogo,
Di fuor mi copro, e son dentro percosso.

      Caggio, quand'io non ho chi mi rileve:
Quando non giova, le mie doglie sfogo:
E per più non poter fo quant'io posso.

Pietro Bembo

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