venerdì 1 marzo 2013

Separation in the evening



L’acquarello realizzato da Paul Klee nel 1922, durante il periodo di insegnamento al Bauhaus, ci suggerisce una scena patetica dovuta al titolo in tedesco  Scheidung abends: “divorzio vespertino”, nella traduzione letterale. La parola scheidung puó voler dire “divorzio” e anche “separazione”, “allontanamento”, “distacco”. Il momento di questo avvenimento é la sera, quando il giorno lancia l’ultimo bagliore per lasciare il posto alla notte. Con la sua varietá di tonalitá, il tramonto giá anticamente ha significato una lotta o, se si vuole, un passaggio, un momento tra due eventi. Lo sguardo è guidato da due frecce concentriche, della stessa gamma di colori della sua origine sopra e sotto il quadro. Piú che descrivere un ciclo (la notte che segue il giorno che segue notte), il pittore svizzero segna il momento preciso in cui il giorno e la notte mostrano i loro limiti, la loro incapacitá di essere l’altro. Le domande si accumulano: é la triste separazione di due persone che non possono continuare a stare insieme? É la separazione che si sviluppa in questo momento del giorno? É l’impossibilitá del blu che vuole essere rosso e viceversa? Nonostante gli aneddoti e quasi come al margine, quello che ci interessa é dove pone lo sguardo. Paul Klee ha deciso di arrivare quando era giá successo tutto, come un detective che arriva sulla scena del crimine e invece di ricostruire quello che é successo per trovare il colpevole, decide di guardare il vuoto che rimane. Come le sagome disegnate col gesso sul pavimento nel romanzo El Fiscal di Antonio de Petro, il vuoto, il buco che grida di essere riempito, l’omicidio che invoca la giustizia, sono grida, chiamate drammatiche che, come De Petro segnala nella sua opera,  non avranno soddisfazione, non troveranno giustizia, rimangono come grida di allarme. Peró né De Petro né Klee parlano di disperazione, al contrario; in entrambe le opere é presente il risultato piú importante: “Ció che é evidente non si puó negare... se esite questa ansia, deve esistere Chi l’ha messa. Se ci sono queste tre persone assassinate, ci sará un assassino, una causa efficiente: l’evidenza evoca una presenza”.

Giornalino The Others International, anno diciassettesimo,  numero 12,  marzo 2012

Nessun commento:

Posta un commento