lunedì 19 settembre 2016

Henry Ossawa Tanner, Gesù e Nicodemo, 1899


Henry Ossawa Tanner, fra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, fu fra i primi pittori afroamericani ad avere un certo successo.
In questa scena notturna due figure sono sedute sul tetto di un'abitazione. Lo spazio ed il tempo di questo soggetto sono riconoscibili a colpo d'occhio nella Palestina di duemila anni fa (altri pittori ambientano le scene della vita di Gesù nel proprio spazio e tempo, nel "proprio" dell'autore). Gesù parla e Nicodemo ascolta attento, forse pronto a fare domande. Non c'è nessuna estasi o sentimentalismo, non c'è altro che il racconto del fatto; lo stile stesso del quadro fa pensare più all'illustrazione di un libro che ad un quadro. E' un quadro che stranisce per la sua assenza di artisticità e di intellettualismo, sembra un quadro per "non esperti", un quadro fatto da uno che non ha cultura.
Si osserva quindi Gesù che parla come un qualsiasi uomo quando parla seriamente, che tiene gli occhi fermi e duri, che gesticola con una mano; l'importanza di quello che dice la si capisce da come Nicodemo è teso in avanti all'ascolto. Gesù gli sta spiegando l'inspiegabile, il "rinascere dall'alto", e tutto questo avviene non nell'iperspazio o fra gli angeli, ma quel giorno a quella data ora in quel posto. Come meglio rappresentare la scena se non togliendo ogni possibilità di interpretazione?

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