lunedì 9 giugno 2014

L'assonometria

La rappresentazione di un oggetto tridimensionale su un piano bidimensionale com'è un foglio di carta è uno dei problemi grafici che più hanno dettato i tempi dell'evoluzione artistica. Viene chiamato Rinascimento ciò che accadde dopo la (ri?)scoperta della prospettiva da parte di Brunelleschi; l'abbandono della prospettiva per una rappresentazione contemporanea di diverse parti dell'oggetto diede inizio al Cubismo, e così via.
La prospettiva è la visione dell'oggetto così com'è distorta dall'occhio umano. Si ottiene "unendo i puntini" che i raggi che collegano il punto di un oggetto all'occhio dell'osservatore lasciano incontrando un ideale "piano di proiezione". Questi raggi convergono tutti nell'occhio, non sono paralleli fra di loro. E' per questo che le misure sono distorte (noi tutti percepiamo come più piccoli oggetti lontani), e che vediamo incontrarsi nel punto di fuga linee in realtà parallele. La prospettiva è una rappresentazione soggettiva del creato, così come la vede il singolo uomo dal proprio punto di vista.
Prospettiva
Assonometria
Man mano che ci allontaniamo, guardando un oggetto, come un cubo, notiamo che è sempre meno evidente la distorsione fra gli angoli, e che le linee parallele ci appaiono sempre più come tali (provate, ad esempio, ad osservare una città da un belvedere, e fissatevi su di un singolo edificio). L'assonometria è una prospettiva, ma il punto in cui i raggi convergono è posto all'infinito: i raggi non si incontrano mai, sono paralleli. Questo punto di vista "dall'infinito" vede le misure esatte, l'esatto angolo fra le facce dei solidi, l'esatta posizione di ogni cosa. E' un punto di vista oggettivo; ma lo possiamo realizzare soltanto tramite la conoscenza dell'oggetto ed uno studio successivo. Non è immediato come la prospettiva, tant'è che capita sempre, osservando un'assonometria, di non capire da che verso si stia guardando un oggetto, se da sopra o da sotto.
L'assonometria è il metodo di rappresentazione più profondamente umano, poichè implica l'uscire dal proprio punto di vista soggettivo e la comprensione di un oggetto da un punto di vista non raggiungibile da sè.

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