sabato 12 luglio 2014

Vincent Van Gogh, Vecchio che soffre (alle porte dell'eternità), 1890


Non è possibile vivere un'intera vita senza che ci si chieda mai il senso. "Non è possibile" non è una prescrizione della legge o una norma morale; la struttura dell'uomo è questa. Sempre una voce lo pungola, infastidendolo, e sempre gli chiede il perché di ciò che fa, bello o brutto che sia; è giusto che sempre egli derida questa sua domanda?
Se, alla fine, non la deridesse, la terribile presenza della domanda lo potrebbe anche far disperare, e se ne starebbe, giustamente, su di una sedia, con i pugni sulle tempie ed i gomiti sulle ginocchia. 
Non si è mai visto nessuno che non sia mai stato sconfitto, nelle situazioni concrete, nel proprio ambiente culturale, operativo od affettivo; e non si è mai visto nessuno per cui la propria sicurezza non sia, almeno per un secondo, vacillata, e che non si sia chiesto il perché.
Se ci fosse un perché, la Storia non sarebbe più un astratto complotto nei suoi confronti, o un elenco di vite umane che vengono continuamente rimpiazzate; ma un tempo ed uno spazio concreti, in cui si trova inserito contro la sua volontà, ma che cela un motivo. In questo spazio e tempo, nella sua esperienza quotidiana, nelle persone che incontra ogni giorno, si nasconde forse una risposta positiva?



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