giovedì 28 agosto 2014

Il pavimento della cattedrale di Otranto, allegoria indecifrabile


Il mosaico di Otranto (1163) ha sempre affascinato ricercatori e studiosi. Per la sua bellezza imponente e si direbbe sterminata, oltre che per la sua misteriosa complessità.
Le figure del pavimento sono centinaia. Alcune scene sono decifrabili (il diluvio, Giona, la cacciata, Caino e Abele). Altre sono più complesse (il volo di Alessandro, il leone quadricorpore, il cerchio dell’unicorno, la “PASCA”). Altre decisamente “incomprensibili”, specialmente nel loro accostamento.
Molti hanno cercato di darne una spiegazione convincente in una tensione interpretativa che dura ormai da centocinquanta anni. Ma si tratta di singoli frammenti, visioni parziali. Qual è invece l’idea madre rappresentata nel mosaico?, l’idea che tutto spiega? Misteriosa, in particolare, è sempre rimasta l’area del transetto: quella serie di sedici tondi conosciuta come “la corona”. Il mistero di Otranto è racchiuso lì, e si dispiega tutt’intorno.




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