martedì 11 ottobre 2016

Kendrick Lamar e la città

Kendrick Lamar, autore degli album più acclamati degli ultimi anni (To pimp a butterfly è fra i primi cinque posti in qualsiasi classifica dei migliori album del 2015), non è un musicista lineare. Per ascoltare un suo album o un suo pezzo ci vuole un certo impegno: basi che cambiano ogni 30 secondi circa, interruzioni brusche, frasi parlate, flow velocissimo, un'atmosfera anni 70, tra il soul e il progressive, molto acida.
Il video di Alright, diretto da Colin Tilley, forse ci introduce un po' nella comprensione della testa di Kendrick (mettete a schermo intero):


Nel video, in diversi pezzi, Kendrick si trova sopra la città: in una macchina portata a spalla dai poliziotti, appollaiato su un semaforo, o camminando a mezz'aria. In generale, mentre per tutti la città viene vista o dalla strada o da una finestra, lui fa di tutto per vedere le cose da quei punti per la cui visuale la città non è stata progettata. 
Immaginiamo quindi che veda fatti che di solito non si vedono, e prospettive stradali diverse, e che venga a conoscenza di come sono fatti certi oggetti. Nel testo di Alright dice:

Che vuoi? Una casa o una macchina,
40 acri e un mulo, un pianoforte, una chitarra?
Qualsiasi cosa, davvero. Sai, mi chiamo Lucy2, sono la tua cagna,
Figlio di puttana, puoi vivere in un centro commerciale.
Vedo il male, lo capisco, so che è illegale
Ma non ci penso, metto in banca ogni piccolo zero.
Penso al mio amico che ha ridipinto e cromato la sua Regal.
Scavarmi nelle tasche non è un profitto, riesco a malapena a darti da mangiare.
La mia logica sta nel guadagnare almeno un dollaro in più al giorno
Per tenerti qua con il tuo chico.
Non ne parlo, non lo faccio vedere ogni volta che vedo qualcosa di figo.
Se è mio è anche tuo – paradiso, riesco quasi a toccarti.
Accarezzo, accarezzo, accarezzo il mio cane, tutto qua.
Mi rilasso e ci chiacchiero, spaccio per tutti voi.
Faccio rap, sono nero e sono sulla strada giusta – statene certi,
Scriverò dei miei gesti giusti e sbagliati finché non mi sentirò in pace con Dio.

“Avete visto?
Siamo stati male in passato,
Negri, quando non credevamo in noi stessi.
Guardavamo il mondo e ci dicevamo, “Da che parte andiamo?”
Negri, e odiamo la polizia
Che sembra ci voglia ammazzare per le strade.
Negri, sono alla porta del prete,
Mi tremano le ginocchia e potrebbe partirmi un colpo –
Ma andrà tutto bene.”

Negro, andrà tutto bene.
Negro, andrà tutto bene.
Mi senti, mi capisci? Andrà tutto bene.
Negro, andrà tutto bene.
Eh? Andrà tutto bene.
Negro, andrà tutto bene.
Mi senti, mi capisci? Andrà tutto bene.

E questo "alright" è ironicamente pessimista o è realisticamente realista? Il fatto è che lui vede la città da sopra un semaforo, per cui sa cose che altri non sanno. Che sappia veramente che tutto andrà bene?

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