domenica 31 gennaio 2010

MOLTO RUMORE per un bel allestimento

"Pubblichiamo questa recensione inviataci da una nostra lettrice che ringraziamo."
Gabriele Lavia è l’ideatore (regista e scenografo) con Andrea Viotti (costumi) e Andrea Nicolini (musiche) di una versione assai indovinata di “Molto rumore per nulla” di Shakespeare.
E’ la nota commedia degli amori, delle simulazioni e delle convenzioni nella casa di Leonato, signore di Messina, che accoglie il Principe d’Aragona e il suo seguito di ritorno dalla guerra.
La storia è raccontata da una numerosa compagnia, prevalentemente giovanile, tra cui, bravissimo, Lorenzo Lavia nelle vesti di Benedetto.
Il ritmo della narrazione è tutto musica, incalzante fin dalle prime battute, in sintonia con l’agilità e il vigore di quei ragazzi; strumenti musicali in scena, arrangiamenti di grande efficacia, voci fors’anche inesperte, ma ben amalgamate in cori rutilanti.
I costumi sono quasi tutta la scenografia: contestualizzano l’epoca e il ruolo, ma sono indossati quasi con fastidio, buttati qua e là per il palcoscenico, copertura sovrabbondante di una condizione ordinaria, per circostanze che sempre ritornano nel tempo.
Fa capolino lo sprazzo di un’attualità indigesta, con una ronda e i suoi stravaganti componenti, travolgenti e anacronistici.
“Portamelo un uomo che possa colmare la sua pena e ubriacare la sua angoscia con savie massime da secchioni mangiacandele; portamelo che io da lui imparerò la rassegnazione. Ma un uomo così non c’è: perché, fratello, gli uomini sanno dare consiglio e conforto a guai che non hanno. Ognuno sa cantare pazienza a chi si torce sotto un peso, ma poi nessuno è buono a farci la lezione quando soffre pure lui. Perciò non mi dare consigli: il mio dolore è più forte di ogni esortazione (..) taci, ti prego. Io voglio essere soltanto di carne e di sangue perché non c’è mai stato un filosofo che potesse sopportare pazientemente il mal di denti..”(atto V, scena I).
Lo Spettacolo in scena a Reggio Emilia (LINK)

Nessun commento:

Posta un commento