lunedì 7 gennaio 2013

Architettura Medievale 1- Cominciamo



Le case medievali si appoggiano una all’altra. Sporgono sul marciapiede o creano portici, rendono le strade strette e tortuose. Sono storte, irregolari, rozze. Non hanno nessuna regola che le limiti per quanto riguarda la pianta, la facciata, la superficie. Infatti, se dobbiamo cercare caratteristiche comuni alle architetture medievali, queste sono tutte rifiuti di rispettare certe regole, quelle regole che hanno fatto l’architettura greca e romana.
L’architettura greca segue regole rigide. Trascurando la parte ornamentale (ordini e decorazioni, enormemente complessi e monotoni, per la gioia di ogni professore noioso di storia dell’arte), l’edificio deve essere perfettamente proporzionato, in modo maniacale e matematico; deve essere ammirabile in quanto volume perfetto, perciò è posizionato in modo da essere visto d’angolo; l’esterno è tutto, mentre l’interno è inutile, tanto nessuno ci può entrare. Il numero di colonne su un lato deve essere rapportato precisamente a quelle di un altro lato, le falde del tetto hanno un angolo preciso, l’altezza e la base seguono proporzioni fisse, e tante altre belle e sterili cose.



L’architettura romana è più “scaciarona”. Nessuno bada allo spazio, quello che importa è la facciata, la simmetria, l’impressione di ricchezza e potenza, di non essere nessuno di fronte a tanta roba.


Poi, ormai abituati a fare capitelli, fregi, colonne e nicchie, decidono che non importa più se la colonna ha o non ha l’altezza giusta in rapporto a vattelapesca, e puntano su qualcosa di geniale.
Cominciano a pensare allo spazio interno come al vero scopo della costruzione, perché gli uomini lì dentro ci devono stare. Così nascono le prime volte a crociera, le prime cupole, i primi spazi a pianta centrale; costruiscono il Pantheon e tutto comincia. Il senso del Pantheon è l’interno, la cui bellezza perfetta è comprensibile solo a chi c’è; non starò a descriverlo. È da qui che nasce lo spirito dell’architettura medievale.



Il medioevo, in architettura, comincia con le prime chiese, più o meno nel secolo IV. Gli architetti devono inventarsi dal nulla edifici per un culto nuovo. Non servono a nulla templi invivibili, perché insieme ai sacerdoti partecipa tutto il popolo. Quindi le prime chiese sono fatte in funzione dell’interno, spazioso, ricco e accogliente. Invece l’esterno è un semplice contenitore di mattoni grezzi, povero e spoglio; ma, senza marmi colorati e capitelli fogliuti, si intuisce la forma dell’interno e si è spinti a entrare. L’apoteosi di questo periodo è la chiesa di Santa Costanza a Roma. Da fuori un cilindro di mattoni con una fila di finestre, da dentro una cupola luminosissima circondata da uno spazio ad anello, con una volta a botte ricoperta dai mosaici più belli della città. Qualcuno sostiene che questo modo di fare le chiese sia dovuto all’importanza data dal cristianesimo non più all’apparenza esterna ma a qualcosa che è più in profondità. 


Continua .....

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