domenica 6 gennaio 2013

LA SERVA PADRONA





LA SERVA PADRONA
PERGOLESI WAS A FUCKIN ROCK STAR
DA GIOVAN BATTISTA PERGOLESI
COMPAGNIA DEGLI SCARTI
http://www.compagniadegliscarti.com/

"Aspettare e non venire,
stare a letto e non dormire,
ben servire e non gradire,
son tre cose da morire"

Sono queste le parole che il ricco padrone Uberto ripete incessantemente – deformandole – fino a quando tra un gargarismo e l'altro le rime diventano distinte e orecchiabili, e il pubblico prende infine posto.
Lì accanto, i servi Vespone e Serpina nell'intimità "a vista"dei loro spazi che ricordano vecchi trittici delle pale d'altare o moderne telecamere a circuito chiuso.

La spezzina Compagnia degli Scarti inizia così la rilettura, piuttosto ardita e dirompente, dell'intermezzo buffo di Giovan Battista Pergolesi, rappresentato per la prima volta a Napoli nel 1733, sollevando già allora dispute e clamore.

Questo secondo studio continua la riflessione intorno al tema del potere - già avviata con Ubu Rex tanto applaudito al Kilowatt Festival – declinandola in chiave più intima. Domestica. La lente di ingrandimento di Enrico Casale non offre più al voyeurismo del pubblico i meccanismi della politica e dello Stato ma i rapporti di dipendenza - privati e interpersonali - all'interno della famiglia, i soprusi che si innescano tra le mura di casa.
Sono infatti le gerarchie a dettare ordine : c'è chi serve e chi è servito, chi dà ordini e chi ubbidisce. Ma in questo gioco di sottili equilibri basta poco per ribaltare l'ordine in dipendenza e la servitù in potere.

Gli accordi punk-rock di basso, chitarra, batteria e voci quasi "stonate"- sicuramente non liriche- trasformano l'intermezzo settecentesco in una partitura rabbiosa e irriverente che svela quanto la trama ormai consumata della donna scaltra/prepotente e dell'uomo facoltoso/facile all'inganno sia più che contemporanea, ricca di sottointesi molto attuali.

Il finale sarà affidato alla voce di Simone Bianchi, il servo Vespone, che con la forza e la verità del suo vissuto ci porterà alla catarsi finale. Ruvida.

Recensione di Valentina Sorte

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