Pesanti disagi attendono coloro che avevano in programma di visitare la National Gallery di Londra tra il 3 e il 7 febbraio. I dipendenti hanno proclamato cinque giorni di protesta contro la privatizzazione dei servizi per il pubblico.
L’azione porta avanti la linea già adottata lo scorso ottobre quando il museo d’arte di Trafalgar Square, era stato costretto a chiudere una serie di sale per un’azione mirata ad ottenere aumenti di stipendio.
In questa circostanza circa 400 lavoratori manifestano contro la decisione di esternalizzare una serie di profili, in particolare quelli addetti alla sicurezza e ai visitatori, nell’ambito di un piano di contenimento delle spese che il direttore della grande istituzione britannica considera indispensabile per fronteggiare i tagli dei fondi pubblici.
Attraverso un comunicato, la National Gallery ha insistito sul fatto che la politica di modernizzazione avviata non comporterà licenziamenti ma permetterà di operare con maggiore flessibilità.
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