venerdì 7 maggio 2010

L'incredulità di Tommaso

«Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò». 
Gv 20,25

Finché non lo vedo, non ci credo. Ecco da dove proviene questo pragmatico detto. Non da un filosofo, intellettuale o teologo, ma da un uomo semplice , quali erano gli apostoli. Ecco l'insicurezza umana, il dubbio... la scena gira tutta intorno a quell'atto concreto di toccare l'Uomo, la carne: "et Verbum Caro factum est". Le tre teste degli apostoli sono disposte a forma di semicerchio, illuminate dal torso ferito del cristo, avvolto nel manto della vita nuova. Le quattro figure formano una specie di croce, le espressioni sono quelle di chi osservando non riesce a spiegarsi con la semplice ragione ciò che vede, l'unico modo è toccare con mano, "expertus potest credere". Il Caravaggio rassicura l'uomo, facendogli vedere che c'è sempre la fragilità umana, e che allo stesso modo, c'è sempre l'opportunità di verificare, di provare in prima persona, di fare esperienza.

L'incredulità di Tommaso
Bildergalerie, Potsdam


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