mercoledì 6 giugno 2012

GOTT MIT UNS: George Grosz



Gott mit uns e Dada-Messe
Fig. 1. Internazionale Dada Messe presso la galleria
Otto Burchard. Berlino, 1920.
Dal 30 giugno al 25 agosto del 1920 a Berlino, nella bottega d’arte del dottor Otto Burchard (Finanzdada), avviene la Prima Fiera Internazionale Dada, organizzata dal Propagandada Marshall George Grosz, dal Dadasoph Raoul Hausmann e dal Monteurdada John Heartfield (fig.1). Nata come provocazione, Dada-Messe raccoglie più di 150 opere tra quadri, oggetti, cartelloni, collages, marionette, fotografie, riviste e montaggi. Con essa, gli espositori intendono opporsi al militarismo e al capitalismo, al ridicolo autoritarismo della classe dirigente e dell’alta borghesia di Weimar. Piuttosto noto è, a questo proposito, il fotoritratto di Grosz accompagnato dalla citazione “DADA è la disgregazione intenzionale del mondo concettuale borghese e DADA sta dalla parte del Proletariato rivoluzionario”, che lo immortala di profilo in atteggiamento bellicoso(1). Insieme con il Preußischer Erzengel, l’Arcangelo prussiano, soldato-marionetta dalla testa porcina, i nove fogli della cartella Gott mit uns, sparsi sul tavolo e quasi casualmente esposti agli occhi dei presenti, conducono Grosz e Herzfelde al processo per vilipendio delle Forze Armate del Reich(2). Il 9 settembre e il 15 ottobre del 1920, presso la Malik-Verlag, gli esemplari reperibili della cartella e alcuni disegni del Propagandada vengono sequestrati su disposizione del capo della Polizia di Berlino.
Il processo ha luogo il 20 aprile 1921. Per Grosz e Herzfelde sono richieste sei settimane di detenzione, trasformate, durante il processo, in una pena pecuniaria di 300 marchi per il primo e di 600 marchi per il secondo. Gli altri imputati invece vengono assolti. Paradossalmente, al ministro della Difesa del Reich è riservata la possibilità di pubblicare la cartella, mentre le matrici vengono ritirate e distrutte(3).


1 Dada-Messe è la negazione di tutti i sistemi convenzionali dell'arte, una feroce critica alla casta militare, borghese, burocrate protetta dalla Repubblica di Weimar: […] Tandis que le murs sont constellés de slogans – « Nieder die Kunst » (À bas l'art), "Dilettantes, erhebt euch gegen die Kunst" (dilettantes, révoltez-vous contre l'art). "Dada se tient du côté du prolétariat révolutionnaire", "Dada est politique", "À bas la morale bourgeoise", clament enfin les affiches à la manière d'un programme idéologique. La Foire est de fait nihiliste, communiste, anticléricale et antibourgeoise: S. Bernard, Dada–Messe foire, in DADA, catalogo della mostra, Parigi, Centre Georges Pompidou, 2005, p. 322. Vedi anche P. Gay, La cultura di Weimar, (1968), trad. it., Dedalo, Bari 2002, pp. 29-56; 217-234.

 2Avec Deutschland, ein Wintermärchen, représentation satirique du jugement dernier, avec le portfolio Gott mit uns et le figure du « sous – officier allemand prussien à tête de cochon », Grosz, Heartfield et Schlichter raillent la tradition chrétienne et le militarisme du régime: S. Bernard, Dada–Messe foire, in DADA, catalogo della mostra, Parigi, Centre Georges Pompidou, 2005, p. 322.

3 Cfr. J. Nigro Covre, L'arte tedesca nel Novecento, Roma, 1998, pp. 103-112; Dada, in Paris-Berlin, catalogo della mostra, Parigi, Centre Georges Pompidou 1978, ristampa Paris Gallimard 1992, pp. 128; 130-132; Per il biennio 1919-20, vedi Dada, l’arte della negazione, catalogo della mostra a cura di Giovanni Lista, Roma, Palazzo delle Esposizioni 1994, p. 87. Cfr. Matthew S. Witkovsky, Chronologie, in DADA, catalogo della mostra, Parigi, Centre Georges Pompidou, 2005, pp. 227-230; vedi anche S. Kriebel, George Grosz, in DADA, catalogo della mostra, Parigi, Centre Georges Pompidou, 2005, p. 444.

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