giovedì 18 dicembre 2014

Gare de Paris Saint-Lazare


I famosi non-luoghi della città contemporanea sono ambienti di passaggio, che ospitano milioni di persone al giorno ma a cui nessuno direbbe mai di appartenere: stazioni, centri commerciali, passaggi metropolitani. Nessuno "arriva" in questi non-luoghi; tutti, invece, li utilizzano.
Eppure ci sono dei non-luoghi da cui si è attirati non solo per la funzione che ospitano, ma per ciò che sono venuti a significare col tempo, o per ciò che è insito nel loro spazio stesso; si può dire, allora, che diventano luoghi.
Recentemente, noi di Daseyn siamo capitati nella Gare Saint-Lazare, a Parigi.
Questa stazione, costruita nella seconda metà dell'Ottocento, è posta a nord-ovest della città, ed arrivandovi con il treno si assiste a prospettive sempre diverse.

I binari, arrivati in vista della stazione, si aprono a ventaglio secondo una leggera curva verso sinistra, ed entrano in cinque capannoni metallici, ognuno di dimensioni diverse, secondo che contenga 5, 6, o 7 binari. Questi hanno una facciata a capanna, fatta di un vetro opaco, quasi industriale, che lascia intravedere la fitta struttura di travetti e controventi che la sostengono.
Entrando, si è come in un immenso spazio coperto, formato dall'unione dei singoli capannoni, che non hanno pareti, ma una selva di pilastri metallici, per cui lo sguardo spazia su tutta la stazione. Il tetto a falde, ora più largo, ora meno largo, è vetrato nel punto di colmo, con gli stessi vetri grezzi della facciata, ed in più segue la curva della ferrovia.
L'aspetto generale di questo spazio risulta un unico, enorme tetto, piegato sia orizzontalmente che verticalmente, appoggiato come su spine. Si tratta di un edificio dai caratteri industriali, antiquato e spoglio; eppure costituisce uno spazio contemporaneo. La bellezza che ne scaturisce dà al posto un motivo per "arrivarci", e ne fa un luogo.

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