venerdì 11 febbraio 2011

JOSEF ALBERS e il corso preliminare al Bauhaus

Nell’ottobre del 1920, Johannes Itten riceve l’incarico di organizzare un “corso propedeutico”, il cosiddetto Vorkus, tirocinio obbligatorio per tutti gli studenti che vogliono frequentare il Bauhaus. Al termine di questo semestre preliminare l’allievo viene ammesso definitivamente nella scuola ed assegnato ad uno dei laboratori.

Il suo scopo era di abituare ad una percezione esatta e immediata dei fatti formali e d’indurre nei giovani una spontanea disposizione a inquadrare ogni dato d’esperienza in un nitido contorno formale. Questa disciplina tendeva a sviluppare contemporaneamente e in stretto rapporto l’attitudine attiva a quella recettiva, che erano considerate inseparabili, cioè a ribadire il principio che la sensazione e la percezione sono momenti attivi dello spirito, e quindi non mere promesse della forma, ma autentica forma1.

Il corso preliminare

Il corso preliminare, anche chiamato corso elementare, costituisce la “premessa indispensabile per l’ulteriore lavoro del Bauhaus ed è perciò obbligatorio per ogni ammesso”2. Non si tratta di un semplice apprendimento artigianale, ma di un insegnamento generale sulla creazione. Tutta la pedagogia del Bauhaus risponde a questo corso.
Gropius vedeva il male del suo tempo personificato nell’immagine dell’”uomo-macchina”, l’uomo costretto dall’industrializzazione alla divisione del lavoro che porta all’atrofizzazione delle sue potenzialità tanto biologiche quanto sensibili. La guerra è ancora troppo vicina ed il progresso scientifico-tecnologico viene visto come il “padre” delle peggiori atrocità consumate durante il conflitto mondiale. La macchina invece di far progredire l’umanità, la annulla: l’uomo moderno diventa “un’immagine caricaturale delle sue capacità originarie ed intrinseche”3. L’attività educativa del Bauhaus mirava proprio a correggere questa situazione fornendo modelli che avviassero la ricostruzione di un patrimonio sensibile andato quasi perduto: “l’idea di contrapporsi alla deformazione e all’espropriazione dell’attività creatrice autonoma era il compito fondamentale prefissatosi dal Bauhaus”4. A essa era subordinata la pedagogia della scuola, fondata da Itten nel 1919 e proseguita da Mohloy_Nagy e Albers.
Johannes Itten ha il merito di aver fatto del corso preliminare il cuore della pedagogia dell’arte. Itten pone a fondamento della formazione degli allievi l’educazione “del corpo fisico, mano, braccia, spalla e della sensibilità”5: toccare, gustare, odorare e osservare con attenzione sono gli esercizi basilari per recuperare la sensibilità. Anche Moholy-Nagy e Albers si rifanno a questa “rieducazione dei sensi”: l’esperienza del proprio corpo diventa “la strategia pedagogica principale contro le deformazioni dei tempi moderni”6.

1 G. C. ARGAN, Walter Gropius e la Bauhaus, Einaudi, 1951. p. 46
2 Piano di studio (1925), in H. M. WINGLER, Il Bauhaus. Weimar Dessau Berlino 1919- 1933, (1962), trad. it., Feltrinelli, Milano 1972. p. 185
3 M. DE MICHELIS , (a cura di), Bauhaus 1919-1933, catalogo della mostra. Milano, Foro Bonaparte, Fonadazione Mazzotta, 1966. p. 295
4 Ibidem
5 W. ROTZEL, (a cura di), Johannes Itten- Werke und Schriften, Zurich, 1972, p.60, in M. DE MICHELIS , (a cura di), Bauhaus 1919-1933, catalogo della mostra. Milano, Foro Bonaparte, Fonadazione Mazzotta, 1966. p. 295
6 M. DE MICHELIS , (a cura di), Bauhaus 1919-1933, catalogo della mostra. Milano, Foro Bonaparte, Fonadazione Mazzotta, 1966. p. 295

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