mercoledì 27 luglio 2011

Hans Richter e Viking Eggeling

Non nella parte contenutistica o formale (è sempre presente la stessa figurazione geometrica) ma nell'intensità dinamico – strutturale, con l'intenzione dell'autore di diversificare il linguaggio con significati sempre nuovi dettati dalla continua possibilità ristrutturativa di questi elementi. Richter, così come Eggeling, cercano la complessità del dato strutturale, che è già il linguaggio nel rapporto di comunicazione – espressione, volendolo identificare con l'arte. La geometria diventa un oggetto rinnovato e ricomposto. La connessione e la coincidenza della geometria in arte diventa ora la parte che si deve maggiormente considerare per il significato strutturalistico, perché altrimenti l'oggetto – forma – geometria diverrebbe un simbolo comune ed analogo a quello della figurazione. Viene indagato il valore estetico nella geometria, che rende la figura artistica, ma che necessita a sua volta di quel significa per esserlo, tramite il passaggio da un dato all'altro, da una possibilità all'altra. E mentre vengono fissati questi passaggi, la struttura a sua volta nasce, il valore si accumula e il linguaggio consolida il suo significato. Ci vengono proposti contemporaneamente un dato tecnico e un dato di valorizzazione oggettiva funzionale. D'altra parte se si esamina per bene le strutture di questi film, non si può fare a meno di prendere in considerazione definitiva due fattori fondamentali :
– la figura che diventa una molteplicità della figura
– che queste figure "sono" per una serie di fatti antecedenti che le reggono, e si sviluppano in maniera seriale, fino a diventare un significato per distinto.

Richter avrebbe potuto formare delle sequenze fisse e stabilire una consequenzialità, nel senso che la funzione figurale fosse dato necessario per tramutare le figure geometriche in linguaggio, ma invece ha voluto semplificare e dare alle stesse figure e al colore ristretto nei grigi, nei bianchi e nei neri questo valore. Il quadro, il rettangolo, la retta o il punto sono l'equivalenza della parola, cioè come li chiamava De Suassare, sincronici. (la parola sincronica, presenza di un suo tempo particolare) Il film e le immagini per l'analisi strutturale sono invece diacronici, cioè hanno un valore nella loro interezza in cui assumono il significato completo. La figura geometrica si accomuna alle altre, in un suo momento ben preciso, offre la certezza dell'esistenza di elementi non più isolati, ma dati nella loro temporalità come forme che, raggruppate, dimostrano che la loro essenza è una validità. Avremo quindi tutti gli elementi su cui riflettere esteticamente e quindi il linguaggio dei "Ritmi".

"Sempre ho sentito il messaggio misterioso contenuto nell'idea che forma e colore devono essere liberati dalla rappresentazione di chitarre, madonne, arlecchini, nudi di donna. Ho visto tutte queste cose perdere di valore e ho aperto gli occhi lentamente. Prima ho visto soltanto un mucchio di frammenti che i cubisti, su ordine di Cèzanne, distribuivano accuratamente sulla tela. Ma guardando con più attenzione ho notato in quest'ordine alcuni errori e spazi attraverso i quali si poteva scorgere un intero mondo di colori e di forme completamente liberati dall'oggetto. E poi ho sentito quel messaggio misterioso che prometteva una nuova libertà. Ho seguito la mia natura. Talvolta ho seguito anche la voce dell'ordine e della coscienza, delle pianificazioni strutturali e della forma geometrica, ma pure la voce del caso e del disordine, della più libera improvvisazione, del momento; infine ho cercato di includere in quest'ordine il caos (con il concepire la forma e il colore senza limiti). Considero il cinema come una parte dell'arte moderna, sopratutto come un'arte visibile. Esistono problemi e sensazioni che appartengono completamente alla pittura ed altri che appartengono esclusivamente al cinema, ma esistono anche problemi che si legano e si compenetrano. Ho sperimentato, per così dire a mie spese, che certi impegni della pittura possono essere realizzati solamente nei film.

Questo è valido non solo per una determinata tendenza, ma anche per il surrealismo, per il futurismo, per il cubismo per la pittura moderna in genere. Il film è lo sblocco di alcune delle strade indicate dalla pittura che non hanno trovato un completamento nelle arti figurative.

Qui si presentano i grandi compiti per il futuro. Arte moderna e film moderno si completano" 

Hans Richter

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